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La collaborazione artistica con Serena, è stata per me un importante momento di sintesi . Da un lato la sua spinta informale riesce ad aprire ad universi di senso non conchiusi all’interno di schemi preordinati, mentre dall’altro, la spinta materica sembra riuscire ad aggrapparsi ad una dimensione ulteriore, più reale e tangibile.
Quando si pensa alla copertina di un libro, solitamente verrebbe naturale pensare ad enfatizzare al massimo le caratteristiche che sono contenute nel testo di un romanzo, ad esempio. Perché in fondo, è pur vero che la copertina è il primo contatto con un possibile lettore ; e chi non si avvicina ad un libro, difficilmente avrà poi voglia di leggere una sinossi, o le prime pagine di un testo.
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La mia scelta in realtà, è stata differente, poiché ho sentito che ciò che mi poteva dare la capacità “sensoriale empatica” delle opere di Serena, avrebbe trasceso il semplice supporto cartaceo o digitale che sia, andando a colorarli di una ricchezza di senso maggiore.
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Di seguito, una serie di quadri di Serena Zen, ma anche di particolari delle sue rappresentazioni.
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Ciò che trovo interessante nel suo modo di dipingere, è proprio questa possibilità aggiunta di rendere più "quadri" all’interno dello stesso, a seconda della porzione che di volta in volta viene inquadrata. E’ un po’ come se fosse proprio l’occhio di chi osserva l’opera, a decidere di volta in volta il proprio focus. In questo modo, uno stesso dipinto potrà allora diventare una moltitudine di quadri differenti, ed è ciò su cui sto cercando di cimentarmi anche per i prossimi lavori.
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TRA SCENOGRAFIA E PITTURA
